Ormai ci ho preso gusto a giocare con le preposizioni. Dopo aver inaugurato la rubrica semiotica nei media, ve ne propongo un'altra dal nome altrettanto "fantasioso": semiotica nel testo.
Ieri sera, infatti, durante un classico aperitivo bolognese a base di semiotica, risate e mortadella, Marta ci ha messo al corrente dell'esistenza di un libro dal titolo stuzzicante: Semiotica, pub e altri piaceri. Non si tratta di un manuale né di un saggio scientifico, bensì di un vero e proprio romanzo dello scrittore scozzese Alexander McCall Smith.
Dal momento che non ho ancora avuto modo di leggerlo (ma ho intenzione di farlo al più presto) mi limito a riportare qui la descrizione ufficiale:
Mentre Edimburgo si gode gli ultimi preziosi giorni di sole estivo e migliaia di turisti invadono le sue strade per il Fringe, Alexander McCall Smith torna a seguire le avventure degli inquilini del 44 di Scotland Street. Tra una seduta dallo psicanalista, il corso di italiano e un'ora di yoga, il piccolo e talentuoso Bertie sogna di andarsene di casa per giocare a rugby e guardare i treni alla stazione, ma si ritrova alla scuola steineriana con la solita salopette color fragola; sua madre Irene scopre suo malgrado di nascondere una rabbiosa anima conservatrice dietro la facciata politicamente corretta, mentre grazie a un corso di autostima il padre Stuart trova il coraggio di far valere le ragioni dei maschi di famiglia e trascina il figlio in un'avventurosa partita a carte con un gangster di Glasgow. Intanto, al piano superiore, Pat trascorre il secondo anno sabbatico all'inseguimento del vero amore e viene invitata a un improbabile raduno nudista; il suo vanitoso compagno d'appartamento Bruce, dopo aver perso lavoro e fidanzata, si reinventa mercante di vini e, sull'altro lato del pianerottolo, Domenica, saggia ed estroversa antropologa, rivendica a gran voce il diritto di osservare il mondo che la circonda e di esprimere la propria opinione su quello che vede. Per nostra fortuna, lo stesso continua a fare anche McCall Smith, che tra una brillante digressione filosofica e un'arguta notazione sul senso della vita, non rinuncia a pungere con il suo umorismo divertito vizi e debolezze altrui.
Da quello che ho potuto leggere in rete, sembra che di semiotica ce ne sia ben poca, ma ormai mi ha incuriosito. Appena avrò terminato di leggerlo, vi dirò. Nel frattempo, se qualcuno di voi l'ha letto e vuole dire la sua, si faccia pure avanti :-p
Nessun commento:
Posta un commento