giovedì 27 dicembre 2012

Bilanci e auguri

Il 2012 volge al termine. È stato un anno denso, ricco di impegni, sfide e soddisfazioni. Ricordo ancora le parole con le quali il prof. Marsciani aprì il suo corso, il primo della magistrale:
Benvenuti ragazzi, vi avverto che dopo questi due anni entrare in un supermercato sarà per voi un'esperienza sconvolgente. Rischierete di essere colti da un attacco di sindrome di Stendhal.
Ricordo anche di aver riso, come tutti, spiazzato da quella che sembrava una semplice frase ad effetto, pronunciata con tono scherzoso da un professore che mi stava già simpatico. Oggi, però, ho l'impressione che non si trattasse solo di questo.

Spesso quando leggo un libro, guardo un film, vedo uno spot o utilizzo un oggetto, mi ritrovo quasi inconsapevolmente ad avanzare ipotesi sui suoi meccanismi semantici, sulle scelte operate sul piano dell'espressione e gli effetti di senso che da esse scaturiscono. Insomma, per dirla alla Marsciani, mi capita spesso di perdermi nella nebulosa di senso che avvolge ogni testo...e la cosa mi piace da matti.

Quindi, anche se il rischio di ritrovarsi a fissare estasiati un fustino di detersivo c'è ed è reale, sono pronto a correrlo e a dedicare un altro anno allo studio di questa affascinante disciplina.

Auguri di un sereno e appagante 2013 a tutti.

giovedì 11 ottobre 2012

E se la semiotica diventasse di moda?

Un afoso pomeriggio di inizio settembre. Mentre la mia ragazza sta un po' su Facebook, io sfoglio uno dei suoi libri di design. Ad un tratto si volta: "Anto guarda qua" - mi dice girando il pc verso di me - "Uhm...cos'è?" - le chiedo sorpreso e incuriosito - e lei "Qui dice che è il quadrato semiotico del divertimento milanese". Di lì a poco la foto - perché di questo si tratta - comincia a comparire su quasi tutte le bacheche dei nostri amici.

A quel primo "quadrato" ne seguono altri, sui temi più disparati, dalla comunicazione politica italiana ai personaggi delle serie TV. Facendo una rapida ricerca su Google viene fuori che gli artefici di questa specie di ibrido tra un quadrato greimasiano e un mapping di marketing sono gli Squadrati. Si tratta di un ragazzo Daniele Dodaro e una ragazza Diletta Sereni, ex studenti di Semiotica, che si divertono ad utilizzare alcuni strumenti teorici per provare a leggere in modo originale la quotidianità dei giorni nostri. La parola chiave è ironia, sia rispetto alla figura del semiotico, impegnato a ordinare il mondo, sia rispetto ai vari temi affrontati. Ecco i quadrati realizzati finora (clic per ingrandire).

Quadrato semiotico dei personaggi delle serie tvQuadrato semiotico delle prospettive per i giovani

Quadrato semiotico del cinefiloQuadrato semiotico della comunicazione politica italiana

Quadrato semiotico delle reazioni ad Area CQuadrato semiotico del divertimento milanese

In poco tempo l'iniziativa riscuote un notevole successo e attira l'attenzione di diverse testate on-line. A questo punto, però, tra i commenti divertiti e le richieste di realizzare quadrati ad hoc, in rete iniziano a comparire interventi un po' più articolati in cui studenti e studiosi della disciplina si dividono sull'iniziativa goliardica - ma non troppo - dei due. C'è chi parla apertamente di «scempi metodologici» e non accetta «che si storpi in un simile modo un armamentario prezioso per cui quanti portano avanti un approccio semiotico applicato al marketing si trovano a lottare da anni affinché venga accettato e perché guadagni credibilità». E chi, invece, pensa che il progetto squadrati sia un buon modo per infrangere «l’aura sacrale» che è stata edificata attorno alla semiotica, sottolineando comunque che si tratta di un «divertissement senza alcuna pretesa» scientifica.

Insomma si è acceso un dibattito vivace e interessante su questioni rilevanti che certamente trascendono il progetto in sé. Forse mi sbaglierò, ma credo che l'attenzione suscitata da questa cosa, possa per certi versi giovare alla semiotica. Può essere l'occasione giusta per far in modo che più persone - soprattutto ragazzi visti i temi - familiarizzino con questa disciplina, ne parlino e magari perché no, se ne interessino...seriamente. Quella che ne viene fuori è certamente una versione semplificata, poco rigorosa e per certi versi caricaturale della semiotica ma è pur sempre qualcosa. Magari, tra un po', alle feste non sarò più costretto a fare i salti mortali per spiegare cosa ci faccio a Bologna. Voi cosa ne pensate?

I virgolettati sono tratti dall'intervista rilasciata dagli Squadrati al blog Il lavoro culturale e dai relativi commenti degli utenti.

sabato 6 ottobre 2012

Gennarino e gli effetti della spazialità

L'altro giorno stavo leggendo Corpi sociali di Gianfranco Marrone. Ero nel pieno del capitolo dedicato all'agire spaziale nel quale l'autore sottolinea come
potrebbero esserci fenomeni di articolazione dello spazio che agiscono effettivamente a tutti i livelli possibili (pragmatico, cognitivo, passionale e somatico) sui suoi utilizzatori. (Marrone, Corpi sociali. Processi comunicativi e semiotica del testo, 2001, Einaudi, p. 323)
Terminato questo passaggio mi è tornata alla mente una battuta storica di un film di una ventina d'anni fa. Ecco la scena (fino al minuto 0.14, il resto non c'entra nulla ma merita lo stesso come il film nel suo complesso).



Non me ne vogliano architetti e semiotici ma penso sia difficile trovare un'espressione più efficace di questa per esprimere gli effetti - almeno quelli passionali - della spazialità. Complimenti Gennarino.

Il film in questione si intitola Io speriamo che me la cavo. Pellicola del 1992 diretta dalla regista Lina Wertmüller e tratta dall'omonimo romanzo di Marcello D'Orta, un maestro elementare che ha raccolto sessanta temi scritti da ragazzini della sua scuola di Arzano, in provincia di Napoli.

martedì 2 ottobre 2012

Notte prima dell'esame (di Semiotica Interpretativa)

Claudio Paolucci - Strutturalismo e interpretazioneL'altra notte ho fatto un sogno strano. C'era una grande casa colonica immersa nel verde. Nel giardino antistante, Eco era intento ad intagliare sulla corteccia di un albero di Porfirio la scritta "Scruton Puzza". Ma Porfirio se ne accorse e dopo averlo sgridato lo mandò a letto senza cena. Mentre si avviava mestamente in camera sua, intravide in cucina Peirce che, affamato, fissava la credenza. Poco più in là, seduto a un tavolo, Greimas mangiava voracemente una zuppa al pesto, unico piatto decente del convitto. Del resto si sa, al di fuor del pesto non c'è salvezza!

Lo so che l'esperto di smorfia dovrei essere io...ma secondo voi che vuol dire?

sabato 22 settembre 2012

"Cosa studi? Semiotica"



Per la cronaca la scena è tratta da Paz!, un film del 2002 diretto da Renato De Maria, tratto dai fumetti del disegnatore Andrea Pazienza e ambientato nella tumultuosa Bologna del 1977.

A voler essere pignoli, io non frequento il DAMS, ma il corso di Laurea Magistrale in Semiotica. In ogni caso, ho avuto modo di appurare che generalmente la reazione delle persone al "Cosa fai? Studio semiotica a Bologna" è molto simile a quella di Ricky Memphis.