Nel complesso è stata davvero una bella esperienza, anche un tantino emozionante: vedere dal vivo alcuni degli studiosi più importanti della tua disciplina, persone che fino a quel momento avevi visto solo sulla quarta di copertina dei libri, fa un certo effetto. E ascoltarli discutere su alcuni degli sviluppi e dei temi "caldi" della materia, oltre a offrire innumerevoli spunti di riflessione, restituisce il quadro di una disciplina viva e appassionante.
Come da programma, gli interventi sono stati davvero tanti, e ancor di più sono state le repliche e le riflessioni di altri prof e ricercatori accorsi da tutta Italia. Devo dire che c'erano anche diversi studenti, principalmente dell'Ateneo bolognese, e tra questi, buona parte della redazione di SemioBo.
Purtroppo alcuni atelier erano in contemporanea e, mio malgrado, ho dovuto scegliere quali seguire. Tra quelli a cui ho partecipato, mi è piaciuto molto "Gastromania" coordinato da Gianfranco Marrone e, come avrete capito, dedicato al cibo, un campo di indagine sul quale si è scritto molto negli ultimi tempi ma che non avevo ancora avuto modo di approfondire.
In più ho trovato particolarmente interessanti, per le posizioni sostenute e per il dibattito acceso che ne è scaturito, gli interventi di Maria Giulia Dondero e Ugo Volli. La prima ha risollevato la spinosa questione dell'analisi semiotica delle pratiche e la necessità di elaborare una notazione per rendere conto più efficacemente della loro osservazione; il secondo, invece, ha sottolineato l'impossibilità di ricostruire la dimensione del sistema nei fatti di moda e nelle strategie vestimentarie.
Infine, durante i lavori, ci sono stati diversi momenti informali che hanno reso il tutto davvero godibile e in certi casi persino spassoso. Non ci credete? E allora date un'occhiata a questo...
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